Arroccato sul colle di Cattinara domina la collina, la città, il porto il mare. Il nucleo originario è stato concepito, nel 1965, come un assemblaggio di due torri di degenza appoggiate su di una base quadrilatera destinata alla diagnostica e alla terapia, una sorta di castello, con un impianto a simmetria bilaterale costruito su una diagonale e sull’iterazione, alle diverse quote, di distinti percorsi in croce.

Nato come un Ospedale Regionale da 800 letti, come un progetto chiuso, ornato di gigantesche paraste e coronato da una trabeazione forata, si è accresciuto con integrazioni successive, destinate, a partire dal 1990, alle esigenze didattiche e di ricerca della Facoltà di medicina e chirurgia fino all’ultimo corpo di fabbrica destinato al Dipartimento di Cardiologia e Cardiochirurgia, iniziato nel 1996 e ultimato nel 2004.

Un ospedale che diventa nel tempo un ospedale-città, o meglio una acropoli, nella quale la dislocazione dei diversi fabbricati alle diverse quote, le loro specifiche configurazioni volumetriche e spaziali, le distanze, le modulazioni e le forme degli spalti, dei camminamenti, delle piazze, il ritmo della narrazione nei portici, i confini e l’indefinito aperto sul golfo, sperimentano la complessità di una stratificazione in cui esistono regole precise da rispettare, in primis quelle derivanti dalla ragion d’essere della costruzione, nella quale, tuttavia, esistono numerose variabili, possibili estensioni dei concetti iniziali e persino talune, controllate, trasgressioni. Il progetto si arricchisce così di valutazioni retroattive, rielaborazioni, integrazioni possibili o necessarie.

Così, ai piedi delle torri di degenza, le piastre radiologica, operatoria, del pronto soccorso, sistemi di ambienti che ruotano per lo più intorno ad un centro operativo, si incastrano con i laboratori centralizzati mentre tra un piano e l’altro scorrono fluidi impiantistici e flussi di persone.

I laboratori dei Dipartimenti, le aule, la biblioteca si aggrappano ai versanti ridisegnandone la gradonatura con i loro sviluppi lineari. Gli ambulatori concludono la piazza maggiore con un profilo a shed ripreso dal mondo del lavoro. La rampa per l’accesso diretto al Pronto Soccorso compenetra il corpo delle officine e delle centrali impiantistiche sulle quali si alza l’altissima ciminiera cilindrica.

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